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Ricominciare
dalle esigenze reali della gente!

Puntare su un terreno che controlliamo completamente: quello della gestione collettiva dei nostri consumi. Costruiamo un grande movimento per la consociazione degli acquisti. È un terreno di lotta sul quale abbiamo pieno controllo. Nessuna nuova legge del governo delle destre può costringerci a comprare prodotti scadenti a prezzi gonfiati dai passaggi di mano della grande distribuzione. I lavoratori italiani pagano prodotti e servizi un prezzo molto superiore a quello "naturale".
Consociando i propri acquisti e utilizzando altri sistemi di cooperazione (come la banca del tempo) una famiglia media di lavoratori potrebbe risparmiare più di 3 milioni all'anno. Ma la consociazione degli acquisti permette anche di difendersi contro le truffe e le sofisticazioni del mercato.
Oggi lo Stato non garantisce veramente la qualità dei consumi e continuamente vediamo persone ammalarsi per la cattiva qualità dei cibi. La consociazione dei consumi non è solo utile e giusta; è anche necessaria. Nell'era della globalizzazione il potere delle multinazionali sta crescendo spaventosamente ed è sfuggito al controllo delle singole nazioni. Questo potere sta perseguendo idiotamente due obiettivi criminali: tenere nella miseria i popoli del terzo mondo per sfruttarli come manodopera a basso costo e avvelenare il pianeta senza pietà pur di non veder calare i profitti. Fino a che la nostra lotta contro questa linea di sviluppo folle sarà limitata a una presenza ridicola nei parlamenti nazionali e alle manifestazioni di piazza non avremo la forza di determinare nessun cambiamento reale.

L'esperienza ci insegna che siamo riusciti a fermare le pratiche criminali della Nike, della Reebok e di molte altre aziende quando abbiamo utilizzato il nostro potere d'acquisto. Lo sciopero degli acquisti è oggi l'arma economica e politica più potente che abbiamo. Ed è un'arma che moltiplica per 100 la sua forza se la uniamo alla consociazione degli acquisti che ci permette indirizzare la nostra spesa verso quelle aziende che sono disposte a trattare con noi su modalità di produzione, qualità e criteri ecologici dei prodotti. Ma la questione è fondamentale anche da un altro punto di vista.
In questi anni si sta combattendo una guerra feroce quanto segreta: quella delle tecnologie ecocompatibili. All'interno del fronte delle multinazionali i super reazionari sono i petrolieri che stanno cercando di ritardare in ogni modo l'avvento di nuove tecnologie che già ora potrebbero sostituire i derivati dal petrolio come fonte energetica. È una guerra fatta di brevetti comprati a suon di milioni di dollari e poi imboscati, di finanziamenti condizionati alle università, di corruzione dei politici, di silenzi della stampa. Dopo mesi di campagna sul bio-diesel, ad esempio, ci siamo trovati a vincere sulla carta, l'ultima finanziaria accoglieva tutte le nostre richieste. Ma è stata solo una vittoria politica con poche conseguenze sulla realtà: da luglio si potrà vendere l'olio di colza nei distributori di carburante delle grandi città. Bhe, a luglio non vedrete distributori di olio di colza a meno che non succeda un miracolo...
Com'è successo che nessun produttore sia riuscito a trovare uno sbocco sul mercato? Se vogliamo vedere lo sviluppo delle tecnologie eco-compatibili in Italia dobbiamo organizzare un fronte unito di consumatori che possano, grazie al loro numero, auto organizzare la distribuzione dei prodotti che i petrolieri osteggiano. Se non sapremo ottenere questo risultato, consociandoci anche a livello internazionale, perderemo la battaglia sull'ambiente. Ed è una di quelle battaglie che non possiamo perdere se non vogliamo trovarci a fare cortei per protestare contro l'aumento del prezzo dell'aria in bombole.

Il capitalismo è una macchina senza cervello. Per loro può andare benissimo anche se sulla Terra non si potesse più respirare. Mi sembra già di sentirli: "Il mercato dell'aria respirabile è in forte espansione e consigliamo di investire nel settore..." L'unico modo di agire su questa macchina acefala è quello di riuscire a controllare i flussi di energia che la fanno funzionare.
I nostri consumi sono la linfa vitale del capitalismo. Possiamo cambiare da subito la qualità di quello che compriamo. È una iniziativa che ogni compagno può prendere da subito, senza aspettare di raggiungere un quorum. È un'azione collettiva che trae la sua forza da un'azione individuale che richiede una forte scelta.
Non sarà facile per la sinistra italiana incominciare a praticare piccole scelte per ottenere grandi risultati. Le esperienze italiane di acquisto consociato raccolgono migliaia di persone ma sono ancora poca cosa rispetto a quel che si riesce a fare in altri paesi. I partiti della sinistra non hanno mai sostenuto veramente questo movimento. Il che è oltretutto un controsenso visto che la forza del movimento progressista in Italia, come ovunque, è figlia del movimento della consociazione dei consumi e del lavoro degli inizi del 1900.
È stata la concretezza dell'esperienza dei Mulini Popolari, delle casse mutue, delle cooperative, dei gruppi di mutuo soccorso, delle case del popolo e delle scuole dei lavoratori a convincere gran parte della popolazione che era possibile opporsi allo strapotere dei maggiorenti.

Crediamo che la disastrosa sconfitta del modello culturale e politico, maggioritario nella sinistra in questi anni, apra la porta a una rifondazione delle basi concrete del movimento progressista. Mettiamo al centro della nostra lotta e della nostra iniziativa la consociazione dei consumi, organizziamo nuove esperienze.
Monsano, un paese di 3000 abitanti, è diventato un centro di sperimentazione sociale. Stiamo inventando e praticando una consociazione che sfrutta i mezzi offerti dall'informatica. Approfittando della presenza in un'area ristretta di 200 famiglie che hanno consociato i loro consumi vogliamo vedere fino a che punto si può arrivare sia creando nuovi eventi culturali costruiti coralmente da tutto il paese, sia sperimentando forme avanzate di consociazione, ad esempio nel settore della telefonia o della produzione di calore e elttricità dal sole.
Quello che proponiamo a tutti i compagni, gli ambientalisti, le persone coinvolte nel volontariato, nella finanza etica, nelle assicurazioni etiche, nei gruppi d'acquisto, nel commercio equo e solidale, nelle tecnologie eco-compatibili è di incontrarsi per stendere un manifeso unitario di questo movimento, creare scambi di informazioni sulla qualità dei prodotti e loro disponibilità e redarre una lista delle aziende da escludere dai nostri acquisti e di quelle che possono essere invece considerate corrette o almeno accettabili.
Vogliamo anche renderci visibili proponendo che i partiti della sinistra nei quali militiamo mettano questa strategia al centro del loro programma.
Chi ha portato la sinistra al disastro se ne vada a casa! Vogliamo nuovi gruppi dirigenti che mettano veramente la consociazione dei consumi e la rinascita di un sogno politico al centro dello sforzo organizzativo.
A partire dall'azione di base vogliamo creare un programma elettorale basato sul buon senso e sulle esigenze concrete degli italiani. Un programma chiaro e dettagliato sul quale creare un fronte elettorale unito che possa realmente portare a un governo di vero cambiamento. E fra 5 anni ce ne sarà veramente bisogno perché dovremo risollevare il paese dai disastri che il governo della destra ci porterà.

Chiediamo a tutti i compagni che sentono un'affinità con le nostre proposte di incontrarsi in una grande assemblea nazionale delle realtà di base. Proponiamo che questo incontro avvenga a Monsano, primo paese d'Europa a aver consociato gli acquisti. (vedi www.villaggiotelematico.it )
Ripartiamo dall'iniziativa diretta! Basta con le chiacchiere in politichese! Rincominciamo da microprogetti concreti!

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