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Appunti di strategia e tattica

Credo che pur nel breve momento passato a discutere siano venuti fuori alcuni punti molto interessanti e provo a riassumerli anche per fissarmeli in testa. Sarò molto schematico.
Qualcuno ha detto qualcosa tipo: "Grande è la confusione sotto il sole, grandi sono le possibilità per i rivoluzionari". Ecco, credo sia un momento così.
La prima mossa è quella di capire quali sono inostri obiettivi concreti. Se in 5 anni riusciremo a creare 100 Monsano e un movimento nazionale che raccolga 500 mila consumatori consociati credo che avremo una reale forza politica (che dipende da quanto denaro muovi e da quanta gente risolve i suoi problemi materiali attraverso i tuoi "canali").
Credo anche che sia possibile che questa nascente realtà possa esprimere un peso a livello partitico e mandare una sua rappresentanza nei vertici della futura coalizione elettorale e in parlamento. Credo che vinceremo le prossime elezioni perché il bipartitismo porterà naturalmente all'unità del centro sinistra e credo che vinceremo perché la consociazione dei consumi e la lotta per la qualità della vita cambierà il volto dell'opposizione sociale in Italia.

Mentre voi eravate ad Alcatraz domenica c'era un gruppo di dipendenti della San Paolo che hanno appena costituito un gruppo d'acquisto aziendale di 150 famiglie "Perché è l'unico modo di essere sicuri di quello che mangi." Credo anche che sia possibile costruire un programma politico che si basi non su posizioni di principio ideologiche, ma sull'individuazione di alcuni semplici cambiamenti che vadano a muovere le strutture della società. Si tratta di trovare obiettivi semplici, basati sul buon senso, che possano convincere per la loro logicità elementare anche settori del centro e della destra. Non andiamo a proporre utopie ma un sogno realizzabile basato su quei microcambiamenti che fanno la storia. Vedi "Il banchiere dei poveri" Yunus, Feltrinelli che credo dovrebbe diventare la nostra Bibbia su come operare grandi mutamenti sociali usando l'iniziativa diretta, seguendo le linee di minor resistenza e maggior unione e rifiutando in ogni modo lo scontro ideologico. Si tratta di ri-inventare una strategia di cooperazione, anche con gli avversari.
Non c'è nessuno al mondo che si possa dichiarare contrario all'applicazione del codice della strada. Applicare il codice della strada è un grande obiettivo morale in grado di avere enormi ricadute culturali.
A questo proposito c'è un altro grande libro da leggere assolutamente: "Il punto di crisi" che illustra come siano i microcambiamenti a determinare incredibili mutazioni. Si combatte la criminalità di pił tenedo puliti i metrò che inasprendo le pene. Credo che si possa studiare e costruire un programma basato su obiettivi che qualunque persona di buon senso non possa far altro che condividere.
Una filosofia strana: una forza di sinistra che lavora per creare un programma che tutti possano condividere e perciò, secondo gli schemi attuali, è un programma di centro... Ma sarà un programma con un sogno dentro e la fantasia di immaginare le riforme puntando tutto sul movimento di consociazione dei consumi e di condivisione delle risorse e della cultura.
La nostra connotazione di sinistra, di forza riformatrice e progressista non sarà nella velleitarietà delle nostre ide ma nella concreta novità dei nostri progetti e nella ricchezza totale del progetto che deve vedere i diritti fondamentali dell'essere umano e la sacralità della natura rispettati e onorati. E dovrà essere un programma dettagliato con già gli articoli di legge scritti, discussi, rivisti da giuristi e avvocati e controfirmati da tutti i candidati. E il programma dettagliato delle azioni del governo per tutti e 5 gli anni della legislatura. Questo è un punto essenziale.
Io credo che riusciremo a innescare un grande cambiamento, una rivoluzione culturale, se sapremo dare vita a uno stile di lavoro politico assolutamente rigoroso. La vittoria politica e militare del movimento zapatista deriva dalla rigorosità dello stile di lavoro. È l'immagine vincente di un gruppo che sbuca dal nulla già in piene forze conquistando in una mattina tutte le cittadine del Chapas. Il momento è propizio e credo che l'esercito zapatista della consociazione dei consumi ci sia già anche se non sa di esserci.
Il primo obiettivo è rendersi visibili, diventare un punto di riferimento a livello nazionale, creare una bozza di programma firmato da qualche migliaio di persone e iniziare a moltiplicare l'esperienza di Monsano. Dobbiamo creare una prima masa critica che ci permetta fra 3 anni, quando l'esperienza potrà raggiungere una certa maturazione, di iniziare la campagna elettorale con un potere e una disponibilità di mezzi sufficiente. Per farlo è necessario tessere fin da subito una rete di alleanze che porti al primo incontro nazionale. Riuscire a farlo per luglio potrebbe essere buono. Si potrebbe iniziare contatando sezioni dei ds e dei verdi, Di Pietro, Bonino, ecc... tutti i sindaci di sinistra di piccoli comuni, pubblicando 2 comunicati sui 3 quotidiani della sinistra, cercare di avere uno spazio su Micro Mega.
Credo anche che si debba iniziare a mettere su un sito internet con una serie di forum su argomenti specifici inerenti ai punti del programma. Altro punto importante è quello di creare dibattito sull'immagine che questa formazione dovrà dare di sé. Il linguaggio che si dovrà usare non dovrà contenere parole vaghe e in politichese: bisogna imparare a fare esempi, raccontare storie ed emozioni. Bisognerà occuparsi veramente della comunicazione e dell'organizzazione creando un piccolo gruppo di veri professionisti che si preparino a fare un lavoro di squadra di nuovo tipo formandosi come potenziale team parlamentare. Per costruire un gruppo politico serve un vero gruppo di ricerca, di informazione e di progettazione che sia integrato realmente con i parlamentari e le situazioni di base. Un sistema nel quale ci sia una compattezza di squadra e una comunicazione interna mai conosciuta dalle forze politiche e oggi possibile grazie a internet.
Documentazione, comunicazione, progettazione: devono essere le nostre parole d'ordine organizzative. E tutto questo va confezionato con stile, il nostro passamontagna deve essere il rifiuto di rispondere a qualunque domanda in poletichese e rigirare le domande dei giornalisti. Il parlare solo di questioni che tutti possono capire. Lo smascherare l'ipocrisia e i giochetti della vecchia repubblica. E dovremo inventarci modi di comunicazione, eventi politici che ci diano visibilità a livello nazionale che seguano questo stile vigoroso, chiaro, essenziale, unitario, pragmatico, fantasioso e diverso.

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