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G8 pacifismo e violenza:
quale strategia per il movimento

Interventi al forum su www.tutebianche.it - Inizio giugno 2001

Caro Jonni,
ti ringrazio per le critiche ma vorrei obiettare. Innanzi tutto sono convinto fin da bambino che il capitalismo è un sistema disumano che causa ogni anno, tra l'altro, milioni di morti per fame. Non ti fa onore farmi un'accusa così bassa. Quello che io vedo è un altro problema. Dopo 10 anni di lotte buona parte del movimento del '68 si è accorto che scontrandoci in piazza e usando i metodi tradizionali della politica non facevamo proprio un tubo per chi soffriva veramente.
Certo finire a scontrarsi era molto gratificante (da un certo punto di vista) perché ti dava la sensazione di FARE QUALCHE COSA. Ma in concreto chi stava morendo di fame continuava a morire di fame. E neppure i movimenti armati nel terzo mondo hanno ottenuto nulla per il bene immediato delle popolazioni. Anzi la lotta armata ha sempre significato un drastico peggioramento della situazione per chi già non aveva cibo per i propri figli. (Unica eccezione il movimento zapatista che però ha avuto l'idea geniale di combattere un solo giorno e poi rifiutare in ogni caso, anche davanti a aggressioni folli, di usare le armi).
Ecco quindi che a partire dagli anni '80 migliaia di compagni si sono messi a costruire una rete di realtà concrete che ha iniziato a occuparsi direttamente di chi ha immediato bisogno e non può aspettare che la rivoluzione vinca per avere medicine. Questa rete oggi è la principale difesa per milioni di persone. So che ti sembrerà incredibile che io parli di milioni di persone ma questo avviene perché nulla si sa del lavoro che stiamo facendo. Panorama dedica 10 pagine ai gruppi violenti che vogliono lo scontro al G8 ma non una riga a questo incredibile movimento. E neanche i giornali della sinistra ne parlano perché sono allineati alla vecchia concezione della politica. E così tu non sai niente delle banche del microcredito che hanno fatto uscire dalla povertà 20 milioni di donne (vedi "Il banchiere dei poveri" di Yunus, Feltrinelli).
Grazie a loro, tanto per farti un piccolo esempio, è stata estirpata la tradizione del Bangladesh che vietava alle donne di toccare il denaro e di possedere un pezzo di terra dove costruire una casa. Oggi 500 mila donne del Bangladesh possiedono un pezzo di terra con sopra una casa decente. E questo è stato ottenuto senza un solo scontro con la polizia nel giro di 2 anni. Dovunque tu vada nel mondo troverai iniziative di questo genere basate non sull'idea che un pugno di rivoluzionari armati cambieranno le cose, domani o forse dopodomani. Ci si basa al contrario sull'idea che i popoli oppressi non siano degli imbecilli ma persone a cui è scientificamente impedito di vivere, lavorare, prosperare. I progetti che stanno funzionando sono quelli autogestiti dalla gente e non quelli dei mega progetti ONU. Parliamo di milioni di cooperative, gruppi d'aiuto, ecovillaggi, scuole popolari eccetera. Ovunque le popolazioni si organizzano la qualità della vita cambia radicalmente.
Questa è la rivoluzione che mi interessa. Quella che dà mangiare alla gente. Ed è quello di cui mi sto occupando con tutte le mie forze da 24 anni, dopo averne passati 5 a fare il duro militarista. Mi occupo di cose come procurare (oggi non domani) 34 pulmini a disabili che sono bloccati in casa da una società di merda, far andare in vacanza ragazzi maltrattati o aiutarli a imparare un lavoro, aiutare persone che hanno subito violenza, aiutare persone che hanno perso l'equilibrio mentale, aiutare persone gettate nella disperazione da tante cose.
Ogni giorno di lavoro mi da la misura delle difficoltà ma ogni giorno vedo quello che faccio concretamente; ci sono piatti vuoti che diventano pieni, non chiacchiere. Non era lo stesso quando passavo le giornate a organizzare l'esercito rosso che avrebbe fatto la rivoluzione che avrebbe riempito i piatti.
Allora, compagno, tra te e me chi fa qualche cosa? Lo so che è volgare buttarla sul personale ma capirai che dopo 30 anni di militanza uno si può anche irritare se gli si butta lì che non ha mai fatto un cazzo. E spero anche che se hai un'auto non sia una Fiat e vada come minimo a gas e sia assicurata con l'assicurazione etica e spero che tu non mangi un solo boccone di roba Nestlè ecc. Perché, sai, è pieno di barricaderi che poi hanno il conto in banca con gli amici di Berlusca e mangiano succo d'ananas Del Monte o bevono Coca Cola.
E poi vorrei dire un'altra cosa: piantatela di dire che uno che prende 1milione600 mila lire al mese non può fare acquisti consociati. Questo vuol dire NON guardare la realtà ed è preoccupante. Oggi in Italia sono decine di migliaia gli operai e i contadini che fanno acquisti consociati proprio perché non hanno soldi da buttare via. Non capite che si risparmia? Non capite che i prodotti biologici comprati alla fonte costano MENO di quelli chimici? Credete che il capitalismo sia una truffa o lo dite solo per dire? Allora andate a vedere la realtà. In Italia ci sono migliaia di gruppi di acquisto e quasi mille banche del tempo. Il fatto che il Tg5, la Rai e i giornali non ne parlino non vuol dire che non ci sono.
Ciao a tutti

Jacopo Fo

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