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COME FARE IL BUDDISMO
SENZA FARSI MALE

Manuale di illuminazione zen ad uso dei viandanti

LA MAMMA DI BUDDHA
ERA VERGINE?

Buddha si chiamava in realtà Shakyamuni. Non nacque come tutti i comuni cristiani per via uterina ma, come ogni messia che si rispetti, venne fuori dal fianco di sua madre, il mondo si illuminò e ci furono prodigi di ogni sorta. Shakyamuni era figlio di un re e c'era stata una profezia: avrebbe rinunciato a governare, a onori e ricchezze se avesse visto un morto, un vecchio, un malato e un eremita. Siccome suo padre voleva farne un re lo fece crescere in tre palazzi d'oro circondati da tre ordini di mura senza mai farlo uscire di là.
Shakyamuni visse svariati secoli in questa reggia attorniato da centinaia di fanciulle procaci che gli facevano dei giochetti erotici di gruppo veramente scioccanti, nutrendolo di ogni sorta di leccornie. Lui mangiava a quattro palmenti e guzzava come un mandrillo.
Poi però un giorno decise di farsi un giro in carrozza, vide un morto, un malato, un vecchio e un eremita e decise di abbandonare sua moglie, suo figlio, i tre palazzi, le concubine e ogni ricchezza. Girovagò un po' per l'India in cerca di saggi e saggezza poi si sedette sotto un albero e restò così, immobile per svariati anni, tanto che i muschi lo ricopersero e gli insetti ci fecero il nido sopra.
Poi un bel mattino si illuminò: la terra tremò e ci fu un'altra mostruosa quantità di prodigi. Il Buddha aveva capito che la vita è così brutta perché la gente desidera le cose e quando le perde soffre. Così propose di non desiderare più nulla evitando in questo modo ogni dolore. Predicò per 45 anni poi un giorno un fabbro che viveva presso la città di Pâ wa lo invitò a mangiare con i suoi discepoli offrendogli riso e funghi. Buddha fece distribuire il riso ai monaci ma i funghi se li mangiò tutti lui. Fece indigestione e morì.
I più benevoli sostengono che i funghi erano velenosi e per questo lui non li fece mangiare ai suoi accoliti. Prima di morire, comunque mandò a dire al fabbro di non crucciarsi per aver cucinato funghi velenosi. Son cose che succedono.

Questa è la storia del Buddha così come la raccontano i testi più antichi, cioè Maha Padana Suttanta e Udana ovvero i sacri testi di Pali (Pali non è il plurale di "palo", come a lungo ho creduto ma un posto nell'isola di Ceylon, alias Sri Lanka). A noi occidentali il buddismo appare come una religione molto più libera e democratica del cristianesimo, ma questo dipende dal fatto che da piccoli non siamo stati annoiati da monaci buddisti ma da preti cattolici, protestanti e simili.
Il buddismo non ha niente da invidiare al cristianesimo per quanto riguardo prodigi incredibili, gusto della sofferenza e disprezzo del piacere. È però vero che il buddismo contiene una grande novità: l'idea dell'illuminazione; cioè si afferma che l'essere umano può alfine trovare il senso della vita e sperimentarlo, sentirlo come una sensazione fisica.
L'illuminazione è appunto questo stato di pieno sviluppo della personalità umana che ci permette di percepire l'unità tra noi e l'universo e il piacere cosmico e l'amore universale. Una cosa assolutamente deliziosa. Intorno a quest'idea si sviluppa l'insegnamento del Buddha. Non sappiamo poi se il resto delle idee e delle storie siano vere. I vangeli buddisti sono stati scritti almeno un secolo dopo la morte di Shakyamuni, quando il Buddismo era una religione organizzata e gerarchica e c'è da sospettare che molta roba sia stata aggiunta per fare colpo e per ingraziarsi i potenti.
Ad esempio uno dei comandamenti fondamentali del buddismo tibetano è: "Rispetta coloro che sono nobili per nascita". Dubito che il Buddha abbia detto proprio così. D'altra parte il fatto che la chiesa buddista sostenesse che i poveri sono morti di fame perché hanno fatto i cattivi in una vita precedente piacque moltissimo ai re e agli imperatori di gran parte dell'oriente che adottarono alla svelta il buddismo come religione di stato.
Questo successo di pubblico fu facilitato anche dal fatto che i buddisti pensano che tutto è illusione, quindi non gliene frega sostanzialmente un cazzo di qualunque formalità. I buddisti non cercarono mai di imporre riti di qualche genere anche perché il Buddha si era limitato a meditare e predicare. Così, ovunque arrivarono, inglobarono tutte le ritualità delle religioni preesistenti, ne adottarono i costumi, le festività, le cerimonie, limitandosi a sostituire i vecchi sacerdoti con monaci buddisti. Questo comportamento può sembrare molto aperto e tollerante ma è anche terribilmente astuto.
Così oggi il buddismo tibetano, tailandese, cinese, giapponese, indiano e filippino sono assolutamente diversi l'uno dall'altro. Ci sono decine di scuole, sette, chiese, un casino che non ha niente da invidiare a quello che vige in campo cristiano o mussulmano. Anzi le differenze tra buddisti sono molto più grandi. L'unica costante sono l'idea dell'illuminazione, della sofferenza e del ciclo delle reincarnazioni. Quest'ultima idea è interessante perché il mondo, la vita viene vista come una scuola destinata a migliorare gli esseri. Il mondo è imperfetto, attraverso le reincarnazioni le creature si migliorano. Quando sono perfette si fondano nel tutto cosmico.
I Buddha (Buddha vuol dire illuminato) sono esseri che raggiunta la perfezione rinunciano a fondersi col tutto e tornano in terra a educare l'umanità. Alla fine tutte le creature avranno capito cosa è bene e cosa è male, tutti ci fonderemo nell'energia cosmica e non ci sarà più bisogno di reincarnarsi.
Lo scopo ultimo del buddismo è perciò l'eliminazione di qualunque forma di vita sul pianeta terra e nelle galassie circostanti.

Segue


 

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