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Internet Salverà Il Mondo

di Jacopo Fo

 

Come la nostra mente cambierà

 

Ma tutto questa possibilità di entrare a far parte del Gota del capitalismo non ci garantisce in nessun modo che poi questi nuovi ricchi non trovino sistemi più sofisticati di romperci i coglioni e distruggere il pianeta commettendo al contempo ogni sorta di crudeltà ignobile contro donne e bambini.

Anzi, potrebbe benissimo essere che questo nuovo gruppo di potere si riveli essere più stronzo del precedente.

E se Bill Gates dovesse essere un esempio del nuovo spirito di internet saremmo veramente nella merda fino al naso.

Ma tutto quanto detto fin'ora era solo l'introduzione del discorso, la descrizione del terreno dello scontro.

La vera immensa rivoluzione che devasterà i malvagi sta racchiusa nel concetto di relazione, di "channelling" che sarà la parola chiave di questo secolo.

Infatti, internet mi offre infinitamente di più che poter sapere dove posso comprare un litro d'olio al prezzo più basso.

Se tu cerchi un libro su Amazon (una libreria on-line) puoi leggere cosa ne dicono le persone che l'hanno letto prima di te. E poi quando l'hai comprato il data base chiede anche a te di recensirlo.  Quando ne hai recensiti 10 il data base ti dice: "Nella mia memoria ci sono 27 persone che hanno dato gli stessi tuoi giudizi , vuoi sapere quali altri libri piacciono o non piacciono a loro?"

E fino a qui è quel che hanno sempre fatto i librai intelligenti, risorsa inestimabile per chi vuole leggere. Ti chiedono cosa ti piace e ti dicono cosa forse potrebbe piacerti. Solo che il data base lo fa con una potenza di memori e un bacino di clienti un milione di volte più grande.

Francesco Lato, un altro genio informatico col quale ho la fortuna di lavorare, c'ha messo un po' di ore a farmi capire quanto questa possibilità sia dirompente sui vecchi schemi del pensiero umano.

Il data base è un'invenzione fantastica che ti permette di memorizzare le tue scelte e confrontarle con quelle di migliaia di altri e scoprire chi sono le persone con le quali sei in sintonia e mettere in comune con queste le tue esperienze.

Chiarisco subito che tutto questo non centra niente con "Il Grande Fratello". Non si tratta di conoscere indirizzi e violare la privacy. Si tratta di mettere insieme giudizi. Io voglio rivolgermi a un idraulico del quale mi possa fidare. Cosa faccio? Telefono in giro e chiedo ai miei amici, alle persone che stimo di consigliarmi un nome.

Il data base mi permette di conoscere in ogni istante quali sono gli idraulici, gli avvocati, i ristoranti, i medici, le scuole che hanno soddisfatto le persone che amano i miei stessi libri e si sono trovate bene con un certo videoregistratore.

L'abilità dei potenti è sempre stata quella di creare gruppi di "relazione" chiusi e reciprocamente garantiti. La mafia e la massoneria sono solo le versioni pittoresche di un tipo di consociazione di relazioni che sta alla base di tutti i gruppi di potere economici e politici.

E, in realtà, per le persone oneste l'appartenenza a una famiglia, a un gruppo di amici, a un gruppo religioso, a un partito, a un club, a un sindacato sono tutti sistemi per crearsi un sistema di relazioni che diminuisca i rischi di essere imbrogliati. Ma, fino a che questo sistema difensivo è stato affidato al passaparola, i banditi hanno sempre avuto un vantaggio, perché la loro abilità nel connettersi per fregarti li rendeva più veloci. Prima che tutti sappiano che quel costruttore è un criminale ci vuole un mucchio di tempo. E come si è visto, i furbi hanno spesso la possibilità di far fuori chi lavora bene avendo a cuore la qualità (vi ricordate l'idea di "qualità" di "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta"?).

Ma quando io in un secondo posso sapere se quel dentista è bravo o è un pazzo maniaco sessuale, capisci che le possibilità delle iene si assottigliano.

E già questo è bene e ci permetterà di risparmiare milioni e sofferenze indicibili.

Ma il vero, meraviglioso regalo di internet è per la nostra mente, il nostro modo di sentire noi stessi.

Se sei parte di un gruppo di persone che ha gli stessi gusti, desidera le stesse cose ti coinvolgerà l'idea di trovare un gruppo sempre più simile a te e così semplificherai enormemente la tua vita scoprendo quanto è utile vivere "insieme" agli altri. E non importa se alcune persone del tuo "gruppo di affinità" vivono in altre parti del mondo...anzi questo fatto renderà più forte il tuo legame con loro... Dovunque tu vada troverai una rete di consigli, indirizzi, dritte, avvisi di pericolo, aggiornati in tempo reale.

Non ti sentirai più solo e probabilmente se un tuo "affine" verrà nella tua città troverai interessante invitarlo a pranzo e chiacchierarci un po' e così scoprirai altre curiosissime analogie...

Mente individuale e mente collettiva.

Ci vorrà un po' di tempo ma ben presto almeno un 10% dell'umanità si abituerà a pensare in termini diversi il proprio rapporto con il mondo, sperimentando quotidianamente il vantaggio di appartenere a un gruppo di relazione.

E' fondamentale notare che l'appartenenza a un gruppo non è effettivamente un'azione volontaria. Non è che ho fatto qualche cosa per farmi piacere "il Tao della fisica" di Capra... se preferisco gli spaghetti al pesto a quelli all'amatriciana non è una questione di volontà.

Cioè io non scelgo di entrare in un gruppo di affinità come entrerei in un partito. Ci sono dentro e basta. Può interessarmi esserci oppure posso non volerlo sapere, ma non posso evitare che esista il fatto che su sei miliardi di persone ce ne sia qualche migliaio che mi rassomiglia mentalmente in maniera impressionante, persone che hanno vissuto storie analoghe e costruito un sistema di gusti e giudizi omogeneo in modo scioccante. E' il discorso delle corrispondenze energetiche del I Cing, del microcosmo e del macrocosmo di Jung e delle coincidenze raccontate ne "La profezia di Celestino".

Toccare con mano, vedere ogni giorno, sentire costantemente di vivere all'interno della magia delle analogie del tuo gruppo ti porta automaticamente a considerare l'appartenenza a un gruppo di relazione un fatto altrettanto concreto di un televisore che ti casca in testa dal terzo piano a causa di un imbecille di Lecco che voleva guardarsi la partita stando nella vasca da bagno con il tv color sulla finestra "perché sennò si bagnava".

Il fatto di arrivare a costruire gruppi di relazione sempre più piccoli tra persone sempre più simili avrà anche l'effetto di invogliare molti a scoprire i vantaggi del connettersi con gruppi non uguali ma complementari. Una volta che ho scoperto che la mia tipologia umana è negata per la meccanica se devo comprare un hi-fi mi rivolgerò a un mio amico che sa tutto della parte meccanica della vita, per chiedergli qual'è il modello migliore, e il posto giusto dove comprarlo, secondo il suo gruppo di relazione.

Il fenomeno avrà una ricaduta totale sul mondo per due motivi.

1) Se pigli gusto alla connessione con gli altri e ne scopri i vantaggi non riesci più a smettere. L'essere umano soffre per la solitudine e ha paura di rapportarsi con altri perché teme di essere deluso e di dover soffrire ancora di più.

Il fatto di sapere di più sulle persone, di poter trovare facilmente quelle in sintonia con te aumenterà la fiducia e la voglia di incontrarsi.

C'è chi dice che le chat line sono orribili perché la gente smette di incontrarsi.

Ci si dimentica che nella nostra società la maggioranza delle persone ha pochissime opportunità di fare nuove amicizie. Nelle chat line invece riescono a conoscere in un mese più persone nuove che in un anno.

Le chat inoltre permettono di conoscere la mente delle persone senza vederne il corpo e questo libera molti dalla timidezza e dall'handicap di non corrispondere ai canoni di bellezza ufficiali. E già questo è un fatto enorme e rivoluzionario. Ma se oltretutto puoi scegliere con quale tipologia di individui vuoi comunicare (attraverso i gruppi di affinità) allora le tue possibilità di incontrare persone che veramente ti interessano cresce a dismisura.

Se poi scopri che hai pessimi rapporti con i membri del tuo gruppo di affinità allora puoi anche scoprire quali sono i lati assurdi della tua personalità proprio perché li vedi nei tuoi "simili". Ne verrà fuori la più gigantesca campagna di autocoscienza di massa che si possa immaginare.

2) Una volta che le persone saranno arrivate a connettersi così strettamente, la condivisione delle affinità innescherà un processo a catena le cui ricadute sono ancora difficili da immaginare.

La rete, come tutti i macrosistemi, diventa un organismo "vivente" nello stesso modo nel quale lo è il nostro pianeta (vedi "La rete della vita" di Capra, Ed. Feltrinelli).

Non sappiamo cosa succederà ma sappiamo qual è la natura di internet.

Abbiamo già visto che sulla rete l'impossibile è all'ordine del giorno. Già ora grazie a internet un gruppo di appassionati che non si conoscono tra di loro è riuscito e a fregare (con Linux) l'uomo più ricco del mondo (Bill Gates). Lo hanno fatto non per "guadagnare dei soldi" ma perché Linux gli piace e Windows no. Non ci guadagnano niente direttamente ma hanno capito che condividere le conoscenze (i loro pezzi di programma per Linux) è, alla lunga, un vantaggio per tutti. E gli da soddisfazione osservare come non sia stato necessario costruire un'associazione, eleggere un capo, stabilire una strategia, organizzare cortei, stampare volantini. Hanno battuto il più potente monopolio che si sia mai visto senza fare nessuna delle cose, noiose e faticose, che generalmente si sono fatte per combattere le ingiustizie.

Non ti piace Windows? Usa Linux e aiutami a svilupparlo. L'adesione al progetto è stata da persona a persona, informale, elementare, immediata e concreta.

Un capolavoro di strategia e di tattica.

E' esattamente lo stesso schema usato da Yunus con la banca dei poveri in Bangladesh.

Non ci si impegna a attaccare il nemico lo si baypassa. Lo si aggira, non lo si considera, si crea un meccanismo alternativo e se non si comprano più "prodotti" di merda, si esce da un "sistema di rapporti" infame.

Internet dimostra quotidianamente che la logica capitalista del possesso e dello sfruttamento privato delle risorse è "TECNICAMENTE SUPERATA".

Fino a ieri era vincente possedere i mezzi di produzione. Se non avevi il controllo delle fabbriche non facevi niente.

E' ancora così se devi produrre camion ma questa legge è saltata sulla maggioranza dei beni di consumo.

La coscienza sociale che è esplosa nel 1968 ha fatto sì che convenisse spezzare la produzione per rendere meno diretto lo scontro con i lavoratori.

Oggi ci sono multinazionali come la Benetton che non hanno bisogno di avere un solo operaio per fare fatturati megamiliardari. Tutta l'economia del Triveneto si basa su migliaia di piccole industrie con pochi operai che producono ognuna alcuni frammenti di alcuni prodotti che poi consegnano ad altre imprese che assemblano e ad altre ancora che rifiniscono e inscatolano. In tutto il mondo c'è una rete immensa di questi "realizzatori". Grazie all'elettronica le macchine che producono merci sono sempre più evolute, meno care, più efficienti e abbisognano di meno manodopera e manutenzione.

Il risultato è che chi ha le idee trova certamente il modo di metterle in produzione con investimenti minimi.

Cinquanta anni fa dovevi costruire una fabbrica, assumere operai... Oggi vai da una ditta e gli ordini quel che ti serve.

E' quella che gli economisti chiamano l'economia dell'accesso, che secondo molti sta sostituendo già il capitalismo, che è appunto l'economia dei capitali.

E qui mi si dirà "va beh, ma alla fine è sempre chi ha i soldi in mano a fare la musica". No. Già ho citato il caso di Linux e del film costato 80 milioni che incassa 3O0 mila milioni. Ma mi si può dire: "casi isolati".

Allora vediamo cosa sta succedendo nel mondo della finanza.

Fino al 1990 la gran parte degli investimenti del mondo era in mano a gruppi, più o meno grossi, che raccoglievano il denaro e lo gestivano per conto dei clienti. Una sparuta minoranza era rappresentata da piccoli investitori che si gestivano in proprio le compravendite, vivendo attaccati al telefono per collegarsi al proprio agente di borsa. E comunque questi investitori indipendenti non riuscivano a determinare niente perché non avevano nessuna coesione, erano moschini che svolazzavano cercando di spostarsi quando capivano che i giganti della finanza stavano portando al massacro il parco buoi dei fondi di investimento bancari.

Ho fatto questo lavoro per un anno, leggendomi tonnellate di libri sulla finanza internazionale. Ogni mattina affondavo ne "Il sole 24 ore", il quotidiano con il nome più idiota del pianeta. Carta rosa, così fatichi di più a leggere quelle file di numerini con le quotazione azionarie. E sei lì che ti chiedi perché le General Motors vanno giù, cosa c'è dietro? Un trucco di un gruppo di merda di speculatori o hanno proprio scoperto che all'ultimo modello di auto gli si staccano le ruote? E sai che comunque ti fregheranno e che se ti va bene e sei molto abile ti fregheranno poco e a conti fatti ci avrai guadagnato qualcosa, sennò piangerai e odierai il capitalismo con tutte le tue forze.

Ora però tutto è cambiato. Nel giro di 10 anni sono diventati milioni i giocatori indipendenti che comprano e vendono direttamente dal loro computer.

Questo fenomeno va di pari passo con un altro: grosse fette delle azioni di moltissime imprese sono nelle mani dei dipendenti. Sopratutto nel campo delle società che si occupano di software è diventata un'abitudine legare i dipendenti migliori con quote di azioni.

Ma sta succedendo anche altro. sono esplosi i gruppi che gestiscono denaro in modo etico, acquistando azioni di società che non sono coinvolte nella produzione di  genetica, armi e processi produttivi inquinanti. Le maggiori banche mondiali hanno ormai fondi di investimento etico e non è più irrisorio il denaro raccolto dalle banche etiche che investono solo in imprese ad alto contenuto solidale.

E, parallelamente, cresce la coscienza del potere che i nostri consumi hanno sulla qualità della vita sul pianeta.

La Nike, la Reebok, la Nestlé, la Del Monte, e tutte le imprese legate alla manipolazione genetica hanno toccato con mano quanto sia doloroso subire il rifiuto dei loro prodotti da parte di chi non sopporta di comprare scarpe che trasudano il dolore di chi le ha costruite in condizioni di sfruttamento disumane e cibo che minaccia la salute.

E' interessante notare che quel che ha colpito queste aziende non è stato tanto il calo delle vendite quanto il crollo in borsa. La Deutch Bank è arrivata a sconsigliare ai suoi clienti di investire sul settore genetico...

Incredibilmente la borsa diventa il più potente megafono delle proteste umanitarie perché i grandi finanzieri sono terrorizzati dal fatto di avere tra i piedi una massa ormai consistente di microinvestitori scoglionati che ci mettono due secondi a abbandonare in massa un titolo solo perché la vicina di casa ha detto che è un'ingiustizia far lavorare i bambini di 6 anni, pagati 200 lire lšora, a fare palloni.

La cosa meravigliosa è che non importa se il piccolo investitore è una persona buona o no. Anzi, da un certo punto di vista se è cattiva è meglio. Venderà i titoli più rapidamente perché i cattivi hanno più paura degli altri di essere fregati. Sono cattivi e pensano che gli altri siano più stronzi di loro.

Oggi la prima grande preoccupazione della direzione di una multinazionale non è il profitto ma la quotazione in borsa.

Amazon perde miliardi ogni anno da quando esiste, ma chi possiede le azioni Amazon è felice perché il titolo sta salendo in modo verticale (non lasciatevi abbagliare dai continui crolli della borsa, sono solo fumo negli occhi, le quotazioni dei titoli non vanno viste su un mese di tempo ma su qualche anno).

Amazon aumenta di valore perché possiede il più grande data base del mondo con milioni di informazioni sulle affinità. Gli investitori "sentono" che questo valore oggi è vincente e il valore delle azioni sale perché c'è sempre chi è disposto a pagare le azioni un dollaro di più.

In questo scenario l'immagine di un'azienda è la prima preoccupazione della direzione perché l'immagine è la quotazione in borsa che E' la differenza tra essere un grande manager superpagato o un fallito. Se le quotazioni crollano il direttore generale se ne va e dovrà piangere per trovare un lavoro con lo stesso stipendio.

Il vecchio capitalista che mira a incassare una lira in più  dalla vendita dei prodotti non esiste più. Anche nei casi, ormai rarissimi, di padroni che gestiscono la propria azienda essi sono più interessati al guadagno derivante dall'aumento della quotazione delle azioni che posseggono.

Mettete insieme tutti questi elementi e non ci mettete molto a capire come mai appena le grandi multinazionali sono nei guai iniziano a fare donazioni fantasmagoriche a organizzazioni benefiche.

E' una rivoluzione incredibile e quasi surreale.

Ma sarebbe un processo lentissimo se non ci fosse l'idea pazzesca di D'Antona, esimio professore della Statale di Milano, Dipartimento di informatica.

Mi ha spiegato cosa sta facendo e a confronto la Rivoluzione d'Ottobre del 1917 in Russia, sembrerà un episodio insignificante.

Con una banca svizzera come garante sta costruendo una borsa parallela su internet sulla quale non saranno quotate multinazionali ma imprese di qualunque tipo e di qualunque misura. Oggi queste imprese non hanno nessuna via per finanziarsi se non ricorrere a soci investitori o alle banche, entrambi duri da trattare. Se chi è troppo piccolo per quotarsi in borsa trovasse un luogo dove mettere in vendita piccole porzioni della proprietà delle propria impresa ci si butterebbe a pesce. E non a caso il meccanismo per costruire una Spa e quotarsi in borsa è tanto complesso e pieno di ostacoli. Le grandi multinazionali vogliono essere le sole a spartirsi la torta degli investimenti diretti. Ad esempio, se devo comprare una quota di una piccola società devo andare a fare un atto dal notaio e spendere un milione, ha senso farlo solo se devo comprare molti milioni di società. Invece se compro un'azione che costa 10 mila lire devo pagare solo un 1,5% di intermediazione. Tecnicamente è un gioiello di semplicità legale. Non c'è nessuna legge che mi impedisca di vendere qualunque cosa se do garanzie reali di possesso. E voi sapete che la legislazione svizzera e i regolamenti bancari svizzeri, da questo punto di vista, sono più sicuri del buco del culo del presidente degli Stati Uniti quando sta in un bunker del Pentagono.

Ora immaginate uno scenario nel quale io, piccolo investitore posso scegliere tra lo scoglionarmi nel grande mercato oppure cercare piccoli imprenditori di valore e mettere i miei soldi nelle loro mani. E posso farlo attraverso "gruppi di investimento" che usano le "recensioni sull'affidabilità di un imprenditore" fornite da tutti quelli che ci hanno lavorato assieme. Il "gruppo di investimento" non investe su un solo imprenditore ma fraziona il rischio su centinaia di imprenditori.

Il meccanismo ha implicazioni enormi perché consente alle iniziative maggiormente etiche di ottenere presso gli investitori indipendenti un particolare coefficente di fiducia.

Se a questo colleghiamo il fatto che internet e il meccanismo delle vendite on-line sta facendo lievitare i gruppi di acquisto collettivo, le banche del tempo, il baratto ecc. possiamo sperare che si arrivi alla nascita di una fortissima economia indipendente nella quale consumatori-produttori, consumatori-investitori e consumatori semplici si consociano per ottenere prodotti etici, di altissima qualità a prezzi stracciati.

A questo punto potrebbe anche saltare il più potente freno allo sviluppo dell'umanità: la capacità del capitalismo tradizionale di rallentare l'introduzione dele nuove tecnologie ecologiche che non siano basate sul sistema petrolio-auto-motore a scoppio-veleni chimici. Inoltre gruppi di consumatori con un forte potere d'acquisto consociato potrebbero commissionare nuovi prodotti, contrattare contratti particolari con banche e assicurazioni, oltre a autogestirsi la distribuzione delle merci ottenendo risparmi tra il 30 e il 70% sui prezzi.

Ad esempio potrei consociare persone oneste e autoassicurarci contro il furto evitando così i prezzi imposti dall'avidità degli assicuratori e degli assicurati disonesti che imbrogliando portano alle stelle i premi assicurativi (questa idea è di Vittorio Giordano).

 

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